La Torta di Mele

La storia della pomologia ci racconta che ad incentivare la coltivazione delle mele in Piemonte furono prima i monaci Cluniacensi e poi i Cistercensi. A loro si deve il miglioramento delle varietà già diffuse nel periodo dell’impero romano e poi sopravvissute alle invasioni barbariche.

Fino al XIV secolo le piante da frutto furono considerate elementi ornamentali da collocare intorno alle abitazioni signorili, ma dal secolo successivo si registrò un notevole incremento dovuto a fortunati innesti, alla diffusione dell’irrigazione e della dovuta concimazione. Da allora in poi l’evoluzione, il miglioramento della produzione di mele fu inarrestabile.

Il basso Monferrato può ancora oggi vantare la presenza di varietà locali quali la “Contadina”, la “Ruscaio”, la “Ciucarino” e il “Pum Marcun”, mele legate all’antica tradizione che la Regione Piemontese ha dichiarato “Prodotti agro-alimentari tradizionali” (PAT), attuando un percorso di tutela allo scopo di scongiurarne l’estinzione, in quanto patrimonio strettamente legato all’ambiente.

Nelle case dei nostri nonni, in autunno, ci si attivava per poter conservare al meglio le profumate mele monferrine. Molte abitazioni potevano contare su una stanza ben arieggiata nella quale venivano predisposti cannicci in modo da poter disporre i frutti senza dover ammassarli e favorirne così la maturazione. Mantenere a lungo dei prodotti non era cosa semplice in epoche lontane dall’uso del frigorifero, ma le capacità pratiche e la fantasia potevano validamente sopperire .

Frutto di capacità pratiche erano i Pum Smujà (mele a mollo) , mele conservate in orci, damigiana a collo lungo con una miscela di vino a bassa gradazione ed aceto.

La fantasia delle donne permetteva di utilizzare tutto senza buttare nulla o ben poco: mele crude come merenda, mele cotte per cena, marmellata da conservare nelle pignatte di terracotta o nei barattoli di vetro e da mangiare al mattino o al pomeriggio, ma la più gradita, la più attesa da grandi e piccoli era la torta di mele. La torta di mele caratterizzava la festa, l’evento importante da celebrare come un dolce casalingo profumatissimo da cuocere nel forno a legna subito dopo la cottura del pane.

 Il comune di Rosignano intende riproporre la tradizionale della torta di mele consigliando, però, di andare alla ricerca delle antiche varietà: sarà una torta sublime!

Le antiche varietà: Canditine – Ruscaio – Ciucarina – Pum Marcum

 

RICETTA

INGREDIENTI:

250 gr. zucchero

150 gr. di fecola di patate

150 gr. di burro

1 pizzico di sale

½ bicchiere di latte

1 bustina di lievito

Scorza grattugiata di limone

 1 bustina di vanillina

3 mele (possibilmente Remette) più quelli occorrenti per la decorazione

3 uova intere

 

PROCEDIMENTO:

Sbattere i rossi d’uovo con lo zucchero, aggiungere la farina setacciata, il latte, il burro sciolto, gli albumi montati a neve e la scorza grattugiata con la vanillina e il lievito.

Aggiungere per ultimo le mele a tocchetti.

Imburrare e infarinare una teglia rotonda di circa 22 cm.

Adagiare il composto, guarnire con le fettine di mele tagliate a spicchi sottili. Spolverizzare con un poco di zucchero semolato e cuocere a forno ventilato a 180°C per 45 min.

Sfornare la torta e spolverizzare con poco zucchero a velo.