Camillo Cappellaro

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Ricordo di Camillo Cappellaro
Pubblicato su “Il Monferrato” del 25/02/2011
di Cesare Chiesa

E sono trascorsi  ventanni da quel  1 marzo di fine inverno, nuvoloso,  in cui si compì la vita terrena di un grande amico e maestro, di un fine cultore dell’arte e della poesia,  di  un infaticabile indagatore di uomini e di cose,  di un appassionato ricercatore e storico di vaglia.
Camillo Cappellaro ha rappresentato per Rosignano, ed ancor prima per altri luoghi e personaggi, il disvelatore di un passato perso fra le nebbie del tempo e restituito come  bene preziosissimo, fonte di infinite scoperte.
A lui dobbiamo innanzi tutto  la riscoperta – non solo storica, ma anche umana e sociale – del nostro millenario passato; grazie a lui si sono dispiegate ancora  in questi anni  molteplici occasioni di  approfondimento culturale, artistico, soprattutto  di memoria  storica e di tradizione che resteranno patrimonio di grande valore per le future generazioni di rosignanesi.
 Da dove incominciare?
Solo un rapido cenno dell’impronta  indelebile lasciata da Cappellaro nella terra di Rosignano, ove giunse con la moglie e la figlia negli anni Settanta del Novecento a reggere il locale Ufficio postale  del capoluogo, dopo una laurea in Teologia  al Laterano ed una in Filosofia alla Cattolica di Milano e dove visse amato e rispettato da tutti  il resto della sua esistenza terrena.   
A partire dal 1979, e poi negli anni successivi a lui si deve la riorganizzazione dell’Archivio Storico  comunale di  Rosignano, avviato con   il salvataggio di preziosi documenti e pergamene altrimenti  irrimediabilmente dispersi, recuperati  in condizioni disperate (negli   scantinati e nel sottotetto allora fatiscenti del Municipio , ove erano stati malamente  riposti anni prima da un incauto segretario comunale) con uno zelo, una certosina pazienza ed una capacità di indagine e di “archeologia” storica assolutamente unica e meritoria, di cui mai a sufficienza potrà essere ringraziato. 
Cio’ non portò  solo ad una preziosissima catalogazione,  approvata  dalla competente Sovraintendenza e che rende ancor oggi l’Archivio rosignanese di facile consultazione  e di ineguagliato valore, ma produsse  altri frutti di grande interesse e valore.
Innanzi tutto Camillo Cappellaro  seppe coinvolgere in quest’opera gran parte della popolazione locale. L’essere Ufficiale postale gli consentiva  di avere ed intessere un quotidiano rapporto di fiducia  e di stima con tante persone. Da cio’ scaturì una collettiva ricerca  di testimonianze, documenti, reperti, custoditi  in famiglia.
Ecco, nel 1980 – 1981 la prima grande mostra fotografica “Rosignano, una volta”   (ospitata dal Comune nel Salone Ideal,  nel  corso  del mese di agosto) che raccolse una infinita quantità di fotografie uscite dalla case dei rosignanesi del capoluogo e delle tante frazioni e relative  a gite, scolaresche, gruppi di leva, paesaggi locali, eventi personali e pubblici, che raccontavano  – con la forza dell’impatto visivo –  alla comunità locale la “propria” storia degli ultimi cento anni.
E ancora, dallo straordinario successo di questo evento a metà strada tra la manifestazione culturale  ed una collettiva presa di consapevolezza della forza della memoria ritrovata, scaturì l’avvio della  raccolta delle  testimonianze, delle fonti  orali dei piu’ anziani per preservare un patrimonio di tradizioni, di memorie, di ricordi, di immagini,  che sarebbe altrimenti andato irrimediabilmente disperso e perduto e che ora invece viene preziosamente conservato nell’Archivio Storico comunale.
Frutto conseguente di un quinquennio intenso ed appassionato, faticoso ma gratificante, fu per Camillo Cappellaro  la pubblicazione di un’opera mirabile  ed insuperabile, “vangelo laico” per i rosignanesi, testo fonte di infinite notizie e nello stesso tempo base per l’avvio di altrettanti, possibili,  infiniti approfondimenti e ricerche sulla plurimillenaria storia  locale.
Il riferimento e’, ovviamente per il volume  “Rosignano. Delle cose sulla storia” (ed. Dell’Orso, 1984), ove egli  mirabilmente seppe compendiare l’infinita mole di informazioni che l’Archivio storico comunale, le testimonianze orali,  i documenti privati gli avevano fino a  quel momento fornito.
Una testimonianza, innanzitutto, di amore per la terra di adozione che aveva accolto lui e la sua famiglia con sincero affetto  ed indubbia stima,  ma anche  una chiara attestazione delle sue eccellenti qualità di storico , di ricercatore, di divulgatore di una passato che aveva saputo mirabilmente fare suo.
Da li’, poi, arrivarono altri momenti non meno impegnativi:  centri vicini se lo contesero come archivista, nacque un vero cenacolo di giovani storici  ed universitari, nuove occasioni di ricerca e di studio diedero origine ad altre mostre fotografiche, a  saggi  giornalistici,  a volumi importanti come “Angelo Morbelli. Inventario alla Colma”, “Cellamonte. Notizie dal passato”, a  ricerche su Vincenzo Luparia e sulla viticultura medioevale (il Barbesino,).
Vale la pena  significare come le varie amministrazioni comunali che si succedettero nel tempo (Francia, Ravizza, Caprioglio) e le atre Istituzioni locali ebbero con Camillo Cappellaro un rapporto sempre collaborativo e di attenzione, peraltro ricambiata.
Ancora, nel 1989, la corale stesura di “Rosignano E’”: un volume scritto a piu’ mani che ebbero ancora una volta  in Cappellaro l’ideatore, l’organizzatore e l’estensore di alcune pagine particolarissime.
Il proseguio indefesso delle sue ricerche storiche lo avevano, infatti, portato a scoprire e a recuperare tra le carte dell’Archivio Diocesano di Casale,   la copia della trascrizione originale del solenne voto fatto dalla Comunità rosignanese in onore della Madonna dell’Assalto, il 21 aprile 1640.. Un altro preziosissimo dono fatto ai rosignanesi  da questo straordinario uomo di storia.
Di li’ a poco un’altro fantastico ritrovamento.  Il recupero degli inediti  Statuti Trecenteschi  del Comune di Rosignano e lo Statuto della Società del Popolo di Rosignano, di cui promosse – prima della sua scomparsa – l’avvio degli studi storici, filologici e paleografici connessi, portati poi a compimento nel 2002 (nel corso dell’amministrazione del sindaco Pagliano) dai suoi collaboratori Barbato e Muggiati.
E a lui si deve anche una congiunta opera di salvaguardia di alcune opere pittoriche  costituenti  la parte piu’ cospicua  del patrimonio artistico e religioso locale, in collaborazione con il Comune ed il Consiglio parrocchiale, nonchè l’impulso per l’avvio dell’opera di catechesi cottolenghina in paese.
 Di tutto cio’ fui testimone partecipe e coinvolto; la morte lo colse alla vigilia di nuove idee e nuove iniziative che stavamo intessendo.
Quante persone potrebbero raccontare ancora  di Camillo Cappellaro inediti episodi, ricordare sue ironiche battute, mettere a frutto i suoi insegnamenti ed il suo esempio sulla ricerca e sulla metodologia dell’approccio storico.
 Tanti hanno proseguito sul  cammino da lui tracciato; Rosignano negli anni che seguirono la  sua scomparsa seppe rendere testimonianza della riconoscenza che gli doveva, innanzi tutto dedicandogli l’intitolazione della  rinnovata Biblioteca civica comunale (autunno del 2001, nel decennale della sua scomparsa),  e portando a compimento il volume sulla trascrizione dei ritrovati Statuti Trecenteschi (primavera del 2002).
Ma, credo e sono convinto, che il modo migliore per onorarne la memoria, sia stato quello di proseguire in iniziative di vasto respiro storico,  culturale e di recupero delle  tradizioni e delle memorie che in questo anni hanno trovato fertile dimora in Associazioni,  Gruppi, singole persone e che hanno dato tanti e fecondi frutti  per la nostra terra di Rosignano. 
Non rare volte il rimpianto  di non averlo, più, qui tra noi scaturiva nel constatare l’esito positivo di qualche evento o iniziativa   che avrebbe certamente  trovato in lui convito ed autorevole  sostenitore  o curioso ed attento spettatore.
“Se ci fosse Cappellaro……!” quante volte e’ risuonato nella mia  mente e in altre questo pensiero : un modo per riconoscerne lo straordinario valore e per dirgli, con commozione e rimpianto,  ancora una volta “grazie”!

 

Di seguito sono  riportate alcune delle poesie presenti nel volumetto “POESIE E PROSE”  – di Camillo CappellaroEdizioni Dell’Orso, 1995

Queste ed altre potranno essere lette dai giovani rosignanesi, martedi’ 1 marzo 2011, nel ventesimo anniversario della scomparsa  di Camillo Cappellaro presso la Biblioteca Civica rosignanese, a Lui intitolata  dal Comune nel 2001.

 

 “POESIE E PROSE”  – di Camillo Cappellaro

Edizioni Dell’Orso, 1995

Raccolta voluta dalla moglie,  signora Pinuccia Cappellaro, delle poesie e dei racconti che nel corso degli anni Camillo Cappellaro scrisse e conservò nei suoi diari. La pubblicazione venne presentata ufficialmente a Rosignano Monferrato, nel salone d’onore del Castello d’Uviglie – dinanzi ad un folto pubblico di amici ed estimatori di Cappellaro – a cura della Associazione Pro Loco di Rosignano.

MONFERRATO

Fossili voci amiche ritenute

in seno al digradare di colline,

come parole, edere gradienti

torri di castelli

circondate d’azzurro

nella tela vetusta delle vigne.

Come sgomenti, brezze vespertine

attorno a un’arca vuota dei Gonzaga

marmorea sull’erba.

AUTUNNO

Io non ero d’accordo

che l’estate

finisse così presto,

che la luce

perdesse il suo splendore.

Io mi sognavo tutta un’altra cosa,

una cosa asciutta

e piena di colori.

Suoni alto e aperto il mio dissenso,

è ora di finirla col subire

vessazioni palesi e conclamate!

(1970)

IO SONO IL CAMPO

e tu la volontà

che muove il vento

e infracidi di pioggia

e il sole

spietatamente posi sulla zolla.

Senza riparo sotto l’illusorio

Languore lontano delle stelle.

Figli di mille pazienze

i miei germogli

indifesi

li tieni nella mano

battiti tenui

di rigenerati disincanti.

Immediato

è il mio contatto con te

non ho difese

tu mi tocchi con l’umido e col secco

col fuoco e con il gelo.

Il mio destino e’ accogliere

abbattuta ogni inutile siepe

il tuo volere.

(1972)

 

LA  MIA MEMORIA E’ CORTA

La dimenticherò, la mia memoria è  corta,

ma dolce è sapere

che la preghiera intensa

che oggi ti ho rivolto,

dopo lo sforzo per lasciare fuori

ogni altra cosa

e restar soli io e te,

Signore,

la ricorderai sillaba su sillaba.

Del nostro incontro testimonieranno

genti

la cui memoria e’ accanto al  nome tuo

per sempre,

che barattarono la vita con l’amore.

E non ti ho chiesto nulla

che tu già non sappia,

ti ho chiesto invece

che tu mi sia vicino.

(1972)

 

FORESTIERO

Mi sentirò di qui

quando avrò in casa un gatto:

un gatto è un bene immobile

un vincolo costante

la prova irrefutabile

di stabilità

(1975)

 

ULTIMO DESIDERIO

Il tempo di ripetere da capo

letture di ginnasio e di liceo,

Sallustio, Orazio, Seneca il morale,

per assuefarmi ad un eterno terso e decantato:

il tempo di raccogliere le cose

da sempre amate.

UN’ORA D’APRILE

c’e’ gloria pei campi

trionfo

di verdi tappeti nel sole

colori di pace nel seno del vento.

Voglia

di una mattina antica veneziana

voglia di ricevere negli occhi

vivo il riverbero di luce

a fianco al Canaletto dipingente

tra l’effluvio acre dei colori

voglia di scandire ricorrente

l’urto dell’acqua chiara contro i muri

di Cà Foscari

voglia di farmi testimone

d’una mattina lucida d’incanto

disporsi sulla tela

voglia di esser là

voglia di andar nel tempo

non vissuto.

 

NE LA PERDUTA SINFONI NOTTURNA

dorasti di tuo bronzo sulle righe

purissime l’evento della morte

che arse luce forte d’un baleno:

l’umano desiderio non ti accoglie,

rapido sguardo un soffio calpestio,

l’ali non sanno l’armonia d’un volo

la musica d’un piccolo respiro.

E va.

Tu che ricordi

tutti i miei ricordi

benigno ascolta

la voce delle cose

rifugiate in me.

 

E’ PER DECRETO DI NAPOLEONE

ch’io non posso indossare la mia terra

per farla mia per sempre

e rimboccarmi l’erba come una coperta

e la neve intatta, stagione per stagione.

Sentire il vento salendo che ripete

messaggi  alla mia vigna

raccolti da generazioni

residenti d’insetti e di radici.

E la gente che parla oltre la rete

e il crepitio dl fuoco in primavera

che abbrustolisce gli argini

e le notti insonni dei grilli delle viti

(1976)