Marcellino Rossi

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MARCELLINO ROSSI, la “Sentinella dell’Oratorio” di don Bosco al Valdocco di Torino: mentre si festeggia il 200^ della nascita del Santo dei giovani, ci piace ricordare questo nostro concittadino,  tra i primi a seguire don Bosco nel suo straordinario impegno pastorale.
Lo facciamo utilizzando la documentazione ed il materiale storico raccolto  nel corso degli anni da un altro nostro emerito concittadino, Carlo Beltrame, che ringraziamo per la preziosa collaborazione.

Il rosignanese  coadiutore salesiano Marcello Rossi,  portinaio di Don Bosco a Valdocco

“Il Coadiutore Salesiano Rossi Marcello portinaio dell’Oratorio di Valdocco dal 1874 al 1923” .E’ il titolo di un libretto del 1925 del salesiano Sac.G.B.Francesia ( naturalnente per i tipi della SEI Società Editrice Internazionale) su Marcello Rossi ( zio Marcellino per i parenti), che è stato portinaio dell’Oratorio di Valdocco (la casa madre dei Salesiani a  Torino  , dove c’è la sede del Santuario di Maria Ausiliatrice) ,  e quindi ai tempi di Don Bosco, dal 1874 al 1923. Il libretto (92 pagine), ormai introvabile,  racconta la storia di questo singolare personaggio, che è arrivato anche al “gradino”di “servo di Dio”. L’introvabile libretto ci è stato cortesemente  prestato da Don Giancarlo Isoardi, attuale direttore di Valdocco, grazie al fatto che Marcellino è un  lontano prozio da parte di mia nonna paterna e  che mio padre, allievo per un breve periodo a Valdocco, ebbe la ventura di conoscere bene, raccogliendo, di prima mano, notizie su uno dei grandi “santi sociali” piemontesi  dell’Ottocento.

Riprendiamo quì ora le stimonianze di Don Francesia. Marcello Rossi  nacque il 27 maggio 1847 a Rosignano Monferrato. Suo padre si chiamava Domenico e la madre Maddalena Cantamessa. Di salute cagionevole, era tuttavia un fanciullo laborioso e modello, svolgendo lavori di campagna sotto diversi proprietari, a seconda delle richieste.Un suo amico d’infanzia, il Sac. Felice Caprioglio, missionario salesiano in Argentina (passò anche dal collegio di Mirabello) , scrivendo nel dicembre 1923, a un confratello a Torino, diceva : “Ricordo che quando fanciulli, non essendovi quasi chi potesse servire la Santa Messa nel nostro paese, tutti e due abbiamo preso l’impegno di imparare bene le parole e le cerimonie.Poi, durante un tempo considerevole siamo andati tutte le mattine alla Parrocchia per prestarvi i nostri servizi di chierichetti”.

Stava nascendo una vocazione, che, sostenuta dal Parroco di Rosignano (ma avversata dal padre) , portò una prima volta il giovane  Marcello a Valdocco, a conoscere Don Bosco.Compiuti i 21 anni, Marcello fa la sua scelta , di diventare coadiutore salesiano,  e nel 1869, sentito anche il consiglio di Don Bosco (passati i 21 anni poteva disobbedire al padre ,“trattandosi di seguire la vocazione”), si stabilì definitivamente all’Oratorio di Valdocco. Il padre le tentò tutte per riavere a Rosignano il figlio , si recò a Torino, mise di mezzo la questura, disse pure  che  disconosceva Marcello  come figlio.

Ma Marcello Rossi doveva essere un tipo molto determinato.Cominciò comunque, dopo una fase a svolgere “commissioni”, a lavorare nella libreria di  Valdocco.Il padre morente lo mandò poi a chiamare, ma Marcello  giunse a Rosignano che Domenico era già mancato. Vennero poi per il giovane rosignanese, gravemente ammalato, i “sacri voti”.Guarì completamente e la storia di Don Francesia ce lo descrive assistente esemplare, lavoratore nella tipografia e poi, finalmente, nella funzione per cui Marcello è oggi ricordato, “portinaio provvisorio” ,ma , in effetti, resse la “portieria” dal 14 ottobre 1874 fino alla sua morte, il 27 marzo 1923.

Venne considerato un portinaio modello e i paragrafi del libretto che abbiamo tra le mani, hanno titoli come questi :  “sull’altare del dovere”, “non semplice operaio, ma apostolo”, “la vigile sentinella”, “cherubino ed angelo”, “il carattere sensibile, ma sereno”…Racconta Don Francesia : “L’Eminentissimo Cardinale Cagliero la prima volta che visitava il grande monumento del Ven. Don Bosco sulla piazza di Maria Ausiliatrice, scorgendo su la porta dell’Oratorio l’arzillo, canuto portinaio, esclamava indicandolo : Ecco il vero monumento di <Don Bosco>”.

Ma vediamo altre notizie dalla storia della vita di Marcello Rossi, della sua famiglia in particolare. Tramite l’interessamento di Don Bosco , vennero accettate a Mornese, alla Scuola di Maria Ausiliatrice tre sorelle di Marcello, che presero poi il velo.Una quarta sorella si fece religiosa tra le Fedeli Compagne di Gesù, mentre i due fratelli divennero religiosi con lui. Pietro, ci ricorda Don Francesia, “dedicatosi alla Libreria, rese florido questo ramo di industria salesiana, a  Nizza mare, dove il suo nome rimase in benedizione presso quanti lo conobbero”. E nel 1976, anche la mamma di Marcello andò a Torino, a fare portinaia della Casa delle Suore di Maria Ausiliatrice. E’ pure il caso di ricordare che un nipote di Marcellino, il rosignanese Professor Luigi Rossi (mancato nel 1962), sacerdote salesiano, per lunghi anni nel collegio a Lanzo Torinese,  è stato autore di grammatiche francesi, sulle quali hanno studiato diverse generazioni di studenti (non solo delle tante scuole dei Salesiani, ma anche , tra gli altri,  gli allievi della Professoressa Antonini , al Ginnasio-Liceo “Balbo” della nostra città)

Abbiamo ricordato che, all’epoca dell’uscita del libro in esame, il nostro rosignanese era “servo di Dio”. Non sappiamo quali passi abbia compiuto (se ne ha compiuti)  l’iter di beatificazione. Don Francesia concludeva comunque le sue pagine così : “Si pregano quanti ottengano grazie invocando l’intercessione del servo di Dio Marcello Rossi, ad avere la bontà d’inviarne la relazione alla Direzione dell’Oratorio Salesiano di Valdocco in Torino”.

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“La Sentinella dell’Oratorio”, Marcello Rossi,  il primo portinaio di Don Bosco , era di Rosignano

Il libretto che ci è capitato tra le mani, di Rufillo Uguccioni, edito nel  1954 dalla Libreria Dottrina Cristiana di Colle Don Bosco, si intitola “La Sentinella dell’Oratorio” e parla di Marcello Rossi. Marcello era nato nel 1847  a Rosignano Monferrato e morì a Torino nel 1923, a 78 anni di età e 53 anni di professione religiosa, come coadiutore salesiano. Fu sopratutto, a Valdocco, primo portinaio di Don Bosco. A Marcello Rossi, alquanto prima di Uguccioni, aveva peraltro dedicato una biografia un salesiano, Don Francesia. Anche di questo scritto avevamo parlato tempo fa su questo giornale. Ma ritorniamo su quello che mia nonna paterna chiamava lo “zio Marcellino”, per alcuni interessanti spunti che ci offre Uguccioni nel suo libretto di oltre 50 anni fa.

Il Monferrato era (ed è ancora, se pensiamo a Don Dante Caprioglio, egregiamente e illuminatamente Parroco di San Martino di Rosignano , a quasi 90 anni, dopo essere stato faro del Collegio di Borgo San Martino per lunghi anni) “culla di pionieri” per il mondo dei Salesiani  ( si pensi solo ai Rettori Maggiori dei Salesiani delle nostre terre). E  Rosignano , dice Uguccioni, rappresentò. nel campo,  una “fioritura di eccezione”. Ecco un esempio. Quando nacque Marcello Rossi, racconta Uguccioni, “vide brillare intorno alla sua culla gli sguardi di due fratellini che lo avevano preceduto di pochi anni, Luigi di cinque anni e Felice di due. Dovevano seguirlo altri otto bambini, cinque sorelle e tre fratelli. Di questi undici rampolli, uno morì in tenera età, quattro ragazze presero il velo e , ad eccezione di una di esse che si fece suora presso le Fedeli Compagne di Gesù, tutte entrarono delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Dei maschi, Marcello si fece salesiano, seguito poi dal fratello Pietro e da due nipoti, figli dei fratelli,   Luigi  (questi , morto nel 1962, fu autore di una grammatica francese, sulla quale studiarono alcune delle vecchie generazioni) e Felice,che si fecero salesiani e divennero sacerdoti.” Marcellino, giunse  a Torino, all’oratorio di Valdocco (la vocazione viene attribuita ai suggerimenti dell’amico rosignanese Felice Caprioglio, divenuto missionario, naturalmente salesiano, in Argentina) , non senza una certa opposizione del padre (e dovette attendere , per questo, la maggiore età dei 21 anni). Era di salute cagionevole e l’ufficio di portinaio gli fu quindi affidato provvisoriamente nel 1876, ma  l’ufficio doveva poi divenire il suo campo di lavoro e di missione per 48 anni, fino al 16 marzo 1923.

Marcello Rossi, primo portinaio di Don Bosco, divenne, a Valdocco, una istituzione.Uguccione racconta : “Il Cardinal Cagliero, quando per la prima volta sostò a contemplare il monumento eretto sulla piazza di Maria Ausiliatrice al Fondatore dell’Opera Salesiana, scorgendo sulla porta dell’Oratorio l’arzillo e canuto portinaio Rossi , lo additò ai circostanti con queste parole : “Ecco il vero monumento di Don Bosco!”.

Viene ricordato anche questo fatto. Nel 1873 Marcello passava qualche tempo , convalescente di una grave malattia , a Rosignano e raccontava agli amici e vicini “le mirabilia di Don Bosco”. Enrichetta Surbone, che divenne poi Vicaria Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, commentò:”Che bella cosa deve essere vedere un Santo!” Marcello le disse subito : “Il dodici di questo mese (si era a maggio) Don Bosco sarà a Borgo San Martino. Vieni là e le lo farò vedere”. Detto e fatto. Il dodici di maggio del 1873, Marcello, due sorelle di Marcello ed Enrichetta andarono a Borgo San Martino”. Tre ore a piedi.

Ricordiamo, infine, che il salesiano Don Francesia, nel suo  libretto ,ormai introvabile (ce lo prestò cortesemente , da Valdocco, Don Isoardi) ,  nel  raccontare la storia del singolare personaggio rosignanese, ci dice che esso è arrivato anche al “gradino”di “servo di Dio”. Non sappiamo se ci sono stati altri “gradini” di santità.

Carlo Beltrame

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