Giuseppe Ravizza

Intervento del Sindaco di Rosignano Monferrato – dr. Cesare Chiesa –  in occasione della Inaugurazione di “Largo Giuseppe Ravizza”, Cascina Madonna delle Grazie

domenica 24 settembre 2017                          

Un cordiale saluto ed il benvenuto alle Autorità e a tutti Voi, presenti cosi’ numerosi in questa bella occasione di ricordo e celebrazione.

Io penso che una Comunità si può definire tale quando, nel corso del tempo, sa ricordare ed onorare le Persone che l’hanno servita, che per essa si sono prodigate, che ad essa si sono  con passione dedicate.

La figura di Giuseppe Ravizza risponde in pieno a queste caratteristiche, ed è per me e per la mia Amministrazione Comunle un grande onore adempiere al compito di renderne imperituro il ricordo e grata la memoria, a nome di tutta la Comuità Rosignanese.

Così come negli anni scorsi e ancora nel futuro abbiamo intitolato ed intitoleremo luoghi e spazi ad altre illustri figure di Sindaci  e di Rosignanesi, oggi compiamo questo gesto di affetto e riconoscenza nei riguardi di un nostro Concittadino  che nel corso della seconda metà del Novecento ha particolarmente onorato e servito Rosignano ed il Monferrato.

Molot meglio di me, i due relatori che seguiranno sapranno illustrare gli atti e la figura di Giuseppe Ravizza. Io desidero solo brevissimamente ricordare il suo essere stato grande Sindaco in un decennio – gli anni Settanta – cruciale di passaggio storico e sociale per l’Italia ed il Piemonte, i nostri luoghi, e poi di aver proseguito con eguale impegno e passione la sua operosa e fruttuosa vita pubblica come Amministraotre Comunale e Provinciale sino al 1992, non facendo mai mancare il suo ascoltato consiglio, il suo pertinente giudizio, le sue giuste riflessioni ai suoi Successori in rosignano, in Provincia,  a Casale negli  anni della migliore stagione del Cattolicesimo Democratico protagonista della vita politica, con il formidabile terzetto – Triglia, Coppo, Ferraris – che in Giuseppe Ravizza riconoscevano non solo un ascoltato amico, ma anche un prezioso esperto e profondo  conoscitore della realtà Monferrina.

Concludo con due immagini personali, due flash innumerevoli occasioni di comunanza con Giuseppe.

Nel 1978 – 1979 : quando senza alcun dubbio incoraggiò il comune amico Camillo Cappellaro ad intraprendere l’avventura del riordino del prezioso Archivio Storico Comunale: l’avvio di un Progetto che ancora oggi dona frutti preziosi alla nostra Comunità. E poi ancora, a pochi giorni dalla sua repentina e prematura scomparsa,quando venne in Oratorio con il nipote a vedere e complimentarsi per i lavori che noi giovani genitori stavamo realizzando per riaprire e far rivivere un luogo  destinato alla gioventù ed alle famiglie.

In questo sta la figura di un uomo al passo con i tempi, anticipatore di cose che poi sarebbero accadute, a cui oggi dedichiamo questo spazio che si affaccia da un lato sul Santuario della Madonna delle Grazie che seppe salvare con generosità da una certa rovina, e dall’altro sulle vigne e sulle colline Monferrine che sono state un altro grande amore della sua laboriosa ed intensa esistenza.

 

PRESENTAZIONE E RICORDO  DI UN MODELLO DI  VIGNAIOLO monferrino, come Giuseppe Ravizza

a cura di Carlo Beltrame

Ho avuto la felice occasione, nel settembre scorso, di illustrare – ad una folla di ascoltatori più che notevole – un modello di vignaiolo del Monferrato Casalese a Rosignano Monferrato, che è poi il mio paese nativo, durante la   cerimonia di dedica a Giuseppe Ravizza, da parte del Comune di Rosignano, di un piazzale di sosta del capoluogo, tra la chiesetta della Madonna delle Grazie e il Cimitero. Riporto alla lettera  la mia relazione , che aveva come specifico tema : “Il ricordo e la celebrazione di una eredità, quella di Giuseppe Ravizza.

Ho accettato con piacere e con un personale  spirito di riconoscenza,  l’invito per un mio intervento volto a  rinnovare un ricordo sull’eredità di Giuseppe. In realtà avevamo già  celebrato un ricordo del genere nel 2003, cinque anni da quando Lui , nel 1998,  ci aveva prematuramente lasciati quaggiù, dopo una intensa vita dai diversi impegni. E’ però  interessante citare  gli enti e gli organismi che avevano chiesto, a Riccardo Triglia e a me,  di produrre alcune paginette per  un  ancora fresco ricordo,  intitolate “L’eredità di Giuseppe Ravizza 1998-2003. E’ significativa allora  la lista di quanti ci avevano chiesto di abbozzare questo primo ricordo. Si trattava di :

  • Il Comune di Rosignano Monferrato
  • La Provincia di Alessandria
  • Il Comune di Casale Monferrato
  • L’Ente morale Vincenzo Luparia di San Martino di Rosignano
  • L’Associazione Paolo Ferraris
  • il Circolo Culturale Ottavi

Aprivamo le nostre  paginette con queste parole.”Ricordare Giuseppe Ravizza è innanzitutto fare testimonianza di gratitudine. Gratitudine per quanto si  è ricevuto, imparato e per quanto oggi si raccoglie del suo impegno e della sua intelligenza”.Credo che anche Riccardo, dall’alto , concordi con me, nel volere confermare vivamente oggi la testimonianza di allora.  E così anche quanto più in dettaglio ricordo quì :

Giuseppe Ravizza

  • ha fatto certamente tanto per la sua famiglia : è stato affettuoso marito (con la tranquilla moglie Fiorina,tanto simpatica e accogliente con quanti gli affollavano regolarmente, per via dell’impegnato marito, la casa), così naturalmente  come padre e nonno affettuoso
  • ha fatto sempre tanto per la sua azienda particolarmente quando (e qui c’è da considerare la nascita della joint venture chiamata VICARA, sigla di tre soci : Visconti,Cassinis,Ravizza ),la qualità dei prodotti, oltre alla nuova quantità, richiedevano nuove aperture commerciali, specie come export
  • come imprenditore e , semplicemente, anche come vignaiolo fu un compiuto modello di quando si cercava un personaggio di riferimento nel nostro campo
  • fu un dialettico e intelligente dirigente della sua associazione di categoria (la Coldiretti)
  • fu un attivo personaggio anche nel governo locale, che bene ricordiamo nel suo decennio di Sindaco di Rosignano e nel periodo di consigliere della Provincia di Alessandria

Ci piace però ricordare quanto e quando Lui ci richiamava, anche nel nostro  settore, alla necessità di sentire e ascoltare anche gli altri ,si trattasse  di un nostro grande guru del ramo come Donato Lanati (pure “incrociato” più volte da Giuseppe nella sua vita) o di un vicino  collega vignaiolo, e pure di andare a vedere all’estero ( ad esempio in Francia, ricordiamo i viaggi …di studio da lui organizzati per la gente della nostra zona) che cosa fanno di buono gli altri.

E’ ora il caso di soffermarci sull’attenzione ( e all’interesse) che Giuseppe dedicò , seguendo la “Desaniana” filosofia delle DOC, come “identificazione” e valorizzazione del territorio (e del paesaggio), a temi come i seguenti :

  • il vigneto che modella il paesaggio e che lo caratterizza
  • i vini che contribuiscono a creare l’immagine di un territorio e che sono all’origine anche di una ricchezza culturale
  • l’intelligente azione di valorizzazione di un territorio della vite e del  vino

I maestri che il Nostro aveva in materia, oltre a Paolo Desana, erano grossi personaggi del calibro (tanto per citarne solo  qualcuno di grande rilievo)  di Giovanni Dalmasso, Mario Fregoni, Diego Garoglio…

E’ indispensabile rammentare che comunque l’eredità di Giuseppe continua anche nel’impegno del figlio Domenico, un nome che, pure proiettato verso l’avvenire con nuove tecnologie e con un marketing globale,  ricorda bene le radici della “dinastia” dei Ravizza. Noi, dal canto nostro, avevamo ricordato bene nel volumetto “Andar per  vini in Monferrato”  del novembre 1992, dedicato per “Il Monferrato” a una cinquantina di nostri vignaioli,  un avo di Giuseppe chiamato  Domenico che, alla Scuola Luparia, ai tempi delle cattedre ambulanti di agricoltura aveva  raggiunto una rara abilità negli innesti e nei nuovi tipi di uve. In tempi a noi più vicini la casa vinicola della Madonna   l’abbiamo vista  caratterizzata anche per singolari nomi dati ai suoi vini, una Barbera di Votrana chiamata Volpuva, un formidabile Grignolino Bricco Madonna premiato alla Douja d’Or già nel 1989, un beverino Cortese chiamato Quattrino evocando spigliatamente un soprannome di famiglia, un Rosignolo ,  un Rosincella… 

E permettetemi, andando verso la conclusione,  un riferimento personale, al “barlet d’or” che Giuseppe, come presidente di un locale “comitato vini” tutto monferrino, mi consegnò diversi anni fa , alla Scuola Luparia di San Martino di Rosignano, come riconoscimento giornalistico (dirigevo allora la più vecchia rivista vinicola italiana, fondata in casa Ottavi nel 1854, oggi da anni “cessata”). Il barlet (da 5 litri, oggi naturalmente vuoto) in realtà lo possiedo ancora  e lo conservo a San Martino di Rosignano( nella casa della mia cara moglie Augusta che ha lasciato questa terra due anni  fa) ma del  “comitato vini” del tempo  ricordo quì, tra gli altri anche celebri,  oltre a Giuseppe  Ravizza, nomi diversi  come, ancora  Paolo Desana, Romano Cebraro, Ermenegildo Leporati, Alberto Vergnasco (battezzato  da  Desana come  “il  barone”) , Livio Pavese (battezzato Ministro degli Esteri, celebrante sempre Desana), Giovanni Rossi “barbis” (siamo a Vignale) e diversi, non pochi,  altri ancora… Tutti  mancati a noi nel tempo, ma da  ricordare  sempre come anticipatori della promozione vitivinicola monferrina. Li rivedremo di certo , nella nostra fede, al di là.

Concludo veramente. Giuseppe ha lasciato a noi un segno profondo e tracce indelebili di lavoro e di impegni. Pertanto, specie da parte dei giovani è la memoria di un uomo da conoscere  e con la sua eredità da riscoprire,come ho cercato, sia pure in ridotta misura, di fare oggi .Bene fa il nostro Comune di Rosignano a ricordarlo anche qui, tra la  casa sua, luoghi sacri (il cimitero, la chiesa della Madonna delle Grazie) e ,se volessimo andare territorialmente  solo  un poco oltre verso Ozzano, pure la Cascina Nebbia  e quanti vi vissero in “comunità” ormai tanti, ma non dimenticati anni fa (con Don Aldo Ferrarino , diversi altri amici , allora giovani, ho citato nel mio ricordo di Giuseppe Ravizza, per farla breve,  solo Beppe Gario, con cui, pure con innegabili  tratti di commozione,ho “scambiato” questa memoria,come del resto uso fare da tempo con “materiali del nostro più diretto  mestiere”).

 

GIUSEPPE RAVIZZA

a cura di Andrea Desana

“Non credo sia un caso che l’intitolazione meritatissima a Giuseppe Ravizza coincida anche  con l’inaugurazione della prima Grande Panchina ( Big Bench) del Monferrato perché il personaggio e l’uomo pubblico Ravizza si contraddistingueva proprio per la speciale capacità di vedere lontano e da angolature più ampie della norma, come a mio personale avviso non è un caso che oggi Rosignano rappresentiuno dei borghi ( dovremmo iniziare e denominare “Borghi” i nostri paesi ) più importanti e conosciuti del Monferrato anche grazie alla sua doppia legislatura come Sindaco poiché le idee, le intuizioni ed i comportamenti virtuosi hanno poi effetti positivi e costruttivi che si evidenziano con il passare dei lustri.

Giuseppe Ravizza fu, come detto, un Sindaco illuminato e molto ben voluto da tutta la sua popolazione, ma anche per un decennio, dal 1980 al 1990, fu Consigliere Provinciale ma soprattutto punto di riferimento in Provincia di tutta la zona del Casalese. Fu vitivinicoltore di avanguardia e, in stretta ed efficacissima collaborazione con Paolo Desana, costituì quello che rappresentò il primo importante nucleo aggregato della vitivinicoltura di qualità del Monferrato Casalese, ovvero il mitico “Comitato Vini del Monferrato” di cui facevano parte i migliori produttori della zona, da Livio Pavese, il “Ministro degli Esteri”, ad Alberto Vergnasco, soprannominato “Il Barone”, a Ermenegildo Leporati, a Luigi Brezza, a Vernetti di Mombello, a Rossi e Gaudio di Vignale ed a molti altri ottimi vitivinicoltori. Il Comitato Vini del Monferrato fu in sostanza il prodromo di quello che  sarebbe stato parecchi anno dopo il Consorzio di Tutela dei Vini DOC delle Colline del Monferrato presieduto dal figlio Domenico. Fu uomo importante anche in ambito regionale con la sua militanza ed attivismo all’interno dell’ESAP, l’Ente di Sviluppo Agricolo del Piemonte,  nonché esponente di spicco a livello regionale e nazionale della Coldiretti, la più importante e rappresentativa delle Organizzazioni Professionali Agricole, dove, insieme ad altri dirigenti illuminati quali Pollo, Badino, Battezzati, Coaloa, Mongiano, Sala, Ganora, Picco, Monchietto costituì, tra le prime aree del Paese, il Comitato di Zona Coldiretti del Casalese. Un mio personale e particolare ricordo risale al 1990, quando Giuseppe Ravizza, dopo dieci anni di militanza in Consiglio Provinciale, volle lasciare il passo ed essere sostituito dal sottoscritto; durante quella bella e costruttiva campagna elettorale mi accompagnò da molte persone ed agricoltori residenti all’interno del collegio Rosignano – Vignale certamente anche per sponsorizzare il consenso elettorale verso la mia persona ma soprattutto perché io potessi velocemente conoscere i più importanti problemi irrisolti dell’area e le specifiche situazioni dove maggiormente si richiedeva l’intervento pubblico provinciale.

Giuseppe Ravizza aveva un carattere impetuoso e coriaceo, ma sempre rispettoso, corretto e di grande sensibilità;  aveva un sorriso sempre aperto e rassicurante, era un uomo leale e sincero. Ora è certamente contento per l’intitolazione e per la grande panchina eretta tra i vigneti della sua VICARA.

Nel 2018 saranno 20 anni dalla sua scomparsa e lo stesso anno coincide con i 100 anni dalla nascita di Paolo Desana ed i 200 dalla nascita del grande Giuseppe Antonio Ottavi: sarebbe bello, costruttivo e positivo per l’immagine del Monferrato Casalese organizzare manifestazioni ed eventi che ricordino insieme questi grandi personaggi.