I Friciulin di Rosignano

friciulin

Il friciulin; ovvero quella tipica polpettina paesana a base per lo più di erbette presente un po’ in ogni dove. Si tratta di una pietanza dalla dinamicità straordinaria, viste le sue origini agresti ed essendo stata tramandata sull’aia fino ai giorni nostri è in grado di assumere note caratteristiche di questo piuttosto che dell’altro territorio adattandosi anche alla stagionalità, al luogo ed alle occasioni in cui viene proposta. Detto ciò va però detto che se ve n’è uno che più di tutti è degno di nota è quello di Rosignano monf.to.
Quella rosignanese del friciulin è infatti una vera e propria cultura; scolpito nella memoria dei paesani più anziani è infatti il procedimento, su cui sono d’accordo all’unisono. Circostanza veramente eccezionale se si considera la moltitudine di varianti oggi presenti ed il fatto che un tempo, essendo il friciulin anche un modo per riutilizzare gli avanzi, la ricetta variava non solo tra le differenti borgate ma addirittura di famiglia in famiglia. Spiega infatti Maria Melotti nel suo trattato come un tempo basilari fossero per la realizzazione erbe di campo come tarassaco, papavero ed ortica sapientemente abbinate ad esempio con i resti dell’arrosto della domenica. Tuttavia con il passare degli anni, grazie a diversi fattori queste erbe sono divenute, complice l’inquinamento e lo stile di vita sempre più frenetico sempre meno reperibili. Ecco dunque che uno degli argomenti più discussi nei pochi momenti di ritrovo tra le massaie del luogo era come sopperire a questa mancanza. Accadde così che nelle famiglie del capoluogo quasi all’unisono si cominciò a ad utilizzare le erbette (biete), che unitamente agli spinaci restituivano un sapore simile a quello delle erbe di campo. Poco a poco, grazie alla vita più sedentaria anche i sontuosi pranzi della domenica vennero meno e si cominciò a sostituire le portate con altre più leggere o a diminuirle. Venne così a mancare l’altro elemento fondamentale: la carne, prontamente sostituita con il salame cotto. Gustoso e saporito è infatti in grado di sopperire all’arrosto migliorando altresì il sapore e l’aspetto. In oltre essendo necessario solo in minima parte è infatti in grado di donar maggior leggerezza al ficiulin.
Bene, dopo avervi spiegato in breve ciò che questa pietanza è ed anche ciò che è stata sfatando il mito che si tratti di un piatto banale vorrei ora proporvi la ricetta che oggi grazie anche all’impegno del sindaco Cesare Chiesa che ha diretto il gruppo di lavoro siamo in grado di poter catalogare, divulgare, tutelare e soprattutto cucinare come autentica.
Ingredienti per 20 persone:
1,5 Kg erbette lavate e sgocciolate, 0,5 Kg spinaci lavati e sgocciolati, latte – farina – burro (facoltativi/ quantità massima 1 hg), 0,60 hg salame cotto, 1,20 hg pane grattugiato, 18 uova, Sale q.b.
Procedimento:
a) lessare le erbette e gli spinaci e, quando le verdure sono fredde, strizzarle bene e tritarle con il salame cotto, molto finemente;
b) realizzare un composto di latte, farina e burro (besciamella);
c) in un recipiente aggiungere alle verdure il composto di cui al punto precedente, il formaggio grana, il pane grattugiato, le uova; amalgamare bene e salare quanto basta;
d) in una larga casseruola versare circa 4 hg di olio di semi di girasole o arachide; quando l’olio e ben caldo, ma non fumante, versare a cucchiai il composto e friggere a fuoco moderato per circa 3 minuti per parte, poi togliere i “friciulin” e passarli su una carta assorbente per togliere l’olio rimasto;
e) lasciare raffreddare e servire in tavola.
Ottimi sia caldi che freddi vengono valorizzati e maggiormente apprezzati se abbinati con un vino strutturato e corposo come il Barbera.

Damiano Gasparetto www.cuocoincucina.com